Camillo Loriedo
Camillo Loriedo è professore associato di
Psichiatria e Direttore della UOC di Psichiatria e Disturbi del Comportamento
Alimentare presso il Policlinico Umberto I della facoltà La Sapienza di Roma.
Fondatore dell’Istituto Italiano di
Psicoterapia Relazionale e direttore della Scuola di Specializzazione in
Terapia Sistemico-Relazionale, è inoltre stato il fondatore della Società
Italiana di Ipnosi Ericksoniana e direttore della Scuola di Specializzazione in
Ipnosi e Psicoterapia Ericksoniana. E’ stato presidente della ISH
(International Society of Hypnosis) e della ESH (European Society of Htpnosis),
ricevendo vari e prestigiosi premi. Più di 300 sono le sue pubblicazioni.
Ho la fortuna di poter lavorare al suo fianco
presso il Dipartimento dei Disturbi del Comportamento Alimentare. Lo considero
il mio Maestro, che mi ha visto crescere in questi anni e che grazie alle sue
supervisioni, al suo ascolto, alla pazienza e la disponibilità che mi ha
dimostrato e alla possibilità di partecipare alle sue terapie, ha cambiato il
mio modo di fare terapia, facendomi diventare sicura, consapevole, capace di
interventi efficaci ed immediati. Soprattutto mi ha permesso di sviluppare il modello mentale della psicoterapia
Ericksoniana e quindi dell’ipnosi. Non si tratta infatti di applicare una tecnica ma di imparare a pensare in termini ericksoniani.
Riporto qui parte dell’intervista del Messaggero al prof. Loriedo nel 2009:
ROMA (21 settembre) - La cronaca italiana ha rilanciato i primi di settembre il tema dell’Ipnosi, non quella da spettacolo ma quella clinica. Qualcuno ha parlato di numeri straordinari, 8 milioni di italiani avrebbero richiesto un intervento d’ipnosi, altri, forse a ragione, negano non solo questi numeri sparati un po’ a caso ma anche l’attualità dell’Ipnosi clinica, definendola sostanzialmente una “tecnica” desueta. Eppure esistono scuole di specializzazione in Ipnosi e Psicoterapia e sono riconosciute dal Miur, esiste una Società Italiana di Ipnosi e addirittura una Internazionale che si incontreranno a Roma, dal 22 al 29 settembre. Non lo faranno in un luogo segreto o nascosto ma all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, nel cuore pulsante della scienza accademica italiana. L’occasione è il XVIII Convegno Mondiale di Ipnosi e l’evento per l’Italia è doppiamente ghiotto: per la prima volta il Congresso è ospitato a Roma e per la prima volta sarà eletto Presidente di questo organismo internazionale un professore italiano, un docente di Psichiatria della Facoltà di Medicina, Camillo Loriedo. Dunque l’Ipnosi terapeutica è ben radicata nella cultura clinica italiana e non ha niente a che vedere con le pazienti isteriche di Freud o con le galline degli spettacoli televisivi. Ma qual è realmente la modalità dell’intervento, in cosa consiste l’Ipnosi clinica? Lo abbiamo chiesto a Camillo Loriedo, in Italia il massimo esperto tanto da fondare la Scuola Italiana di Ipnosi e Psicoterapia Ericksoniana: «L’ipnosi è uno stato psico-fisiologico di focalizzazione, di aumentata concentrazione, di restrizione del campo di coscienza tale da rendere superfluo ciò che è collaterale. Una capacità di focalizzare e rendere al massimo ciò su cui si è focalizzati». L’ipnosi ericksoniana sembra fondarsi sulla relazione tra paziente e terapeuta - rapport - e non ha niente a che vedere con le rappresentazioni cui siamo abituati tra pendolini e “a me gli occhi, please”. In quali situazioni psicopatologiche invece può essere di aiuto l’intervento di uno psicoterapeuta specializzato in Ipnosi? Secondo Loriedo sono diversi gli ambiti clinici in cui l’intervento dell’ipnoterapeuta è particolarmente efficace: «L’Ipnosi ha dimostrato la sua validità per una serie di problematiche cliniche, dalla terapia del dolore in viene riconosciuta a tutti i livelli l’importante efficacia sia perché permette di ridurre l’uso di analgesici se non di evitarli del tutto sia come “controllo” del dolore. Spesso non si tratta di far sparire il dolore ma di poterlo controllare, gestire. Poi è molto efficace nel trattamento dei disturbi d’ansia, attacchi di panico, fobie. Nelle fobie in particolare l’ipnosi è un grande aiuto per risolvere una delle negatività maggiori che è l’attesa – carica di aspettative sgradevoli – di una grande sofferenza che è tipica del paziente fobico e che di solito aggrava la patologia stessa perché porta il paziente a comportarsi in modo da evitare luoghi, situazioni rinunciando a tanti momenti importanti della propria vita». Non ultimo, sottolinea Loriedo, i così detti “disturbi da conversione”, quelle paralisi che una volta si definivano isteriche: «La perdita di sensibilità, la perdita dell’udito o della capacità verbale che può colpire delle persone all’improvviso o gradualmente e che in assenza di lesioni o patologie di natura medica sono spesso legate ad episodi traumatici o esperienze di vissuti fortemente negativi, difficili». Ma se nel pubblico è sicuro che il terapeuta abbia determinate qualifiche, nel privato come facciamo per non finire da un ipnotista al posto di un ipnoterapeuta? «In Italia c’è una legge specifica che regolamenta la psicoterapia. Dopo una laurea in medicina o in psicologia si può accedere ad un corso di formazione della durata di 4 anni e specializzarsi in psicoterapia. Quindi nessun professionista che non abbia seguito questo percorso può intervenire in modo psicoterapeutico, quando la sofferenza è di attinenza clinica, psicopatologica è tale da considerarsi un vero e proprio disturbo e va trattato e curato da chi ha la competenza per farlo ed è abilitato legalmente e accademicamente a farlo. Importante è verificare se si ha davanti un medico o uno psicologo che ha conseguito una specializzazione post-universitaria per praticare l’attività psicoterapeutica, magari semplicemente controllando gli albi dei rispettivi ordini, ormai sono tutti on line».