Milton H. Erickson
Leggiamo nel Vol. I delle sue “Opere” (a cura di Ernest L. Rossi): “Milton H. Erickson non è stato soltanto un grandissimo ipnotista e ipnoterapeuta, è stato anche e soprattutto colui che ha dato all’ipnosi uno status ufficiale di vera e propria scienza”.
All’epoca della teorizzazione di Bateson sulla teoria della schizofrenia, Erickson era già maestro nell’induzione di doppi legami e nell’uso dei paradossi della comunicazione. Da lui sono derivate varie scuole: la terapia strategica, la PNL, il modello sistemico-relazionale e la nuova ipnosi.
Erickson concepiva l’ipnosi come un’esperienza normale che appartiene al soggetto, deriva dagli apprendimenti e dai ricordi accumulati non necessariamente in forma conscia, e viene quotidianamente sperimentata in vari momenti della giornata; parlava infatti di common everyday trance: “ln ipnosi si forniscono ai soggetti stimoli e occasioni per un’intensa concentrazione interiore che a volte porta a stati di coscienza visibilmente diversi”.
Dalla sua biografia (1901-1980) apprendiamo che crebbe in una fattoria nel Wisconsin dove la famiglia si era stabilita nel 1906. Soffriva di problemi di salute, come deficit sensoriali, dislessia e daltonismo; inoltre si ammalò di poliomelite due volte rischiando di morire. Soffrì di terribili dolori per tutta la vita. Si aiutò moltissimo con l’autoipnosi (un intero capitolo delle Opere è dedicato alle esperienze autoipnotiche di M. Erickson). Iniziò quindi da ragazzo quella che sarebbe stata una vita di investigazioni sui limiti e sulla relatività della percezione e del comportamento umani.
La caratteristica più importante fu l’utilizzo di ricordi sensoriali reali anziché dell’immaginazione: “La vicenda immaginaria di un libro o di un film potrebbe spingere a concentrare l’attenzione all’interno di noi stessi e favorire l’accesso ai nostri ricordi sensoriali, ma sono questi ricordi reali, più che la pura immaginazione in sé, a suscitare i processi ideomotori e ideosensori che più profondamente ci guidano alla trance e alle nuove possibilità di apprendimento”.
Nei suoi Seminari Erickson illustra come l’ipnosi terapeutica possa influenzare i processi endocrini e una serie di processi psicofisiologici regolati dal sistema nervoso autonomo. Dimostra come la tecnica più efficace non si basa sulla suggestione diretta ma sulla utilizzazione delle dinamiche psichiche personali del paziente e dei suoi bisogni emotivi.
Dalle sue parole apprendiamo che: “l’ipnosi è uno stato di consapevolezza in cui si fanno entrare i pazienti in comunicazione con certi modi di intendere e idee e poi si lascia che ne facciano uso in conformità al loro repertorio personale, unico di apprendimenti corporei e apprendimenti fisiologici” ( Erickson, 1980).
Si laureò in medicina specializzandosi in psichiatria, insegnò all’Università del Michigan e poi si trasferì a Phoenix, in Arizona, dove si dedicò quasi esclusivamente alla pratica privata. Si sposò due volte ed ebbe otto figli. Insegnò in moltissime conferenze, università, tenne seminari e lezioni sul suo modo di praticare l’ipnosi e come applicarla ai disturbi mentali. Fu fondatore della American Association of Clinical Hypnosis.
Morì nel 1980 dopo aver inaugurato la Milton Erickson Foundation. Da allora, “L’evoluzione della Psicoterapia”, titolo della sua ultima conferenza mai avvenuta purtroppo, riunisce ogni 5 anni un numero sempre maggiore di specialisti in tutto il mondo, arrivando a 8600 persone nell’ultima edizione.